venerdì 13 dicembre 2013


La promessa di Draghi: arriva l'unione bancaria
DRAGHI E L'UNIONE BANCARIA.
Entro aprile, data dell'ultima assemblea plenaria dell'attuale legislatura del Parlamento Europeo saranno approvate tutte le componenti dell'Unione bancaria. Questa è la promessa del presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi: "E' necessaria, ma non sufficiente, a rompere il legame tra debiti sovrani e banche. Le condizioni di prestito ugualitarie si ristabiliscono solo se proseguono le riforme".
Dell'Unione Bancaria si era già parlato al summit europeo a Bruxelles più di un anno fa. Il progetto prevede una supervisione dei crediti nell'eurozona e migliori garanzie per i cittadini che conservano i loro risparmi in una banca dell'area. Una delle soluzioni possibili, secondo la Bce, per uscire dalla crisi ma che cerca di andare oltre gli interessi nazionali dei singoli paesi in ambito finanziario.
All'epoca del summit i paesi del nord dell'Europa, prima fra tutti la Germania, avevano sollevato le prime critiche: il rischio per i paesi "virtuosi" sarebbe quello di accollarsi di debiti dei paesi più inaffidabili. Per questo Angela Merkel voleva limitare la supervisione alle ‘banche sistemiche‘, le più importanti, escludendo gli istituti regionali, fondamentali in Germania. Senza risparmiare critiche a quella che dovrebbe essere la decantata 'supervisione'.
In effetti il progetto di Draghi è ambizioso: vorrebbe rendere operativa una supervisione delle banche centralizzata, affidata alla Bce anche se, inizialmente, solo per i Paesi della zona euro e non per tutta l’Unione. Il tutto da realizzare in modo progressivo e in collaborazione con le autorità nazionali. Un compito necessario teso a evitare il crollo delle banche avvenuto in Grecia.
Durante l'assemblea del parlamento di Strasburgo Draghi ha inoltre sottolineato che la deflazione nell'Eurozona non è più visibile: "l'inflazione è sotto il 2% da un lungo periodo di tempo. Il mandato della Bce è quello di mantenere la stabilità dei prezzi".
Stabilità è quindi l'obiettivo della Bce che avrebbe già abbassato i tassi d'interesse: "Abbiamo portato i tassi al loro livello storicamente più basso e così resteranno per un lungo periodo". In questo modo è stato possibile "alleviare la pressione sui finanziamenti delle aziende non finanziarie" e "aiutare le piccole e medie imprese".

Draghi però "dimentica" troppo facilmente e velocemente che esiste l'accordo tra le banche definito Basilea3 che ho già postato prima e che strozza il credito (credit crunch) di accesso delle piccole e medie imprese italiane...quindi solo parole, caro Presidente Draghi.


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