domenica 29 dicembre 2013

UNIONE BANCARIA: cosa ci aspetta?
 

Tra le novità della vigilanza bancaria vi sono anche gli STRESS TEST.
I 130 istituti più grandi dell'eurozona, quelli che saranno sottoposti alla vigilanza della Bce, dovranno sottoporsi a stress test. B...ce e Eba analizzeranno i requisiti patrimoniali delle banche da sottoporre a vigilanza unica ed effettueranno gli stress test. A capo del "consiglio di vigilanza", che dovrà sovrintendere alla nuova funzione, è stata nominata la francese Danièle Nouy. Secondo l'agenzia Reuters la società di revisione contabile PricewaterhouseCoopers ha stimato che necessiteranno 280 miliardi di euro di extra capitale per le banche come risultato della revisione.

RISOLUZIONE DELLE BANCHE - Si tratta, dopo il varo della vigilanza unica che fa capo alla Banca centrale europea, di prendere una decisione su come affrontare i casi delle banche in difficoltà.
I ministri europei e la commissione stanno stringendo i tempi sul secondo pilastro dell'Unione bancaria, ma non si sa ancora se i progressi saranno sufficienti a chiudere la spinosa questione entro fine anno così da arrivare in porto prima dello scioglimento del Parlamento europeo a maggio 2014. I due temi principali di controversia sono: a chi spetta l'ultima parola sulle banche in crisi e chi paga il conto finale del fallimento (stati nazionali, investitori, fondi europei di salvataggio e in quale quota). Sul primo punto, la Commissione Barroso ha proposto di attribuirsi i poteri, una scelta sostenuta da vari Paesi europei, con l'eccezione della Germania che teme di dover subire scelte non condivise di cui poi potrebbe essere chiamata a concorrere finanziariamente. Il ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schaeuble aveva proposto di creare una rete composta dalle autorità nazionali e di coinvolgere l'Ecofin, con decisione all'unanimità, in modo che ogni Paese mantenga il potere di veto sulla liquidazione delle proprie banche. La Bce spinge per un forte organismo centrale e chiede che i poteri e le risorse per la risoluzione delle banche siano definite quando, a novembre, assumerà i poteri di vigilanza. L'incertezza normativa potrebbe creare tensioni.
I paesi sono spaccati anche sulla questione delle risorse finanziarie: un fondo europeo finanziato da una tassa sulle banche richiederà molto tempo prima di andare a regime. Sono ancora oggetto di aspri contrasti sia la modalità del coinvolgimento dei privati (bail-in), come avvenuto a marzo 2013 a Cipro, con la Germania e la stessa Bce che vorrebbero giocare d'anticipo al 2015 l'entrata in vigore delle nuove norme ora stabilite tre anni dopo, sia l'uso di risorse europee come il fondo salva-Stati dell'Esm, se non dovessero essere sufficienti quelli locali. Insomma ancora tutto molto in alto mare.

GARANZIE COMUNI - Infine la questione delle garanzie comuni dei depositi bancari che rischia ormai di essere trattata dopo il voto europeo del maggio 2014. La problematica riguarda la tutela dei risparmiatori europei in un modo che si abbiamo regole omogenee sugli schemi di garanzia dei depositi bancari esistenti nella Ue, che oggi sono tanti quanti i Paesi aderenti. Dopo l'accordo al Consiglio Ecofin di fine giugno 2013 sulle regole di salvataggio delle banche in difficoltà, la Commissione Ue deve presentare una proposta su una garanzia comune dei depositi dei risparmiatori europei. Si tratta del terzo tassello dell'Unione bancaria, per ora ancora lontano.

TARGET 2: COS'E'?
 
Il Target 2 è un sistema di pagamenti interbancario per l'elaborazione in tempo reale dei bonifici transfrontalieri in tutta l'Unione europea. Il Target 2 ha sostituito il sistema Target (Trans-European Automated Real-Tim...e Gross Settlement Express Transfer System) nel novembre 2007.
Entrato in funzione con la costituzione dell'Unione monetaria europea nel 1999 (modificò quello introdotto nel 1997), il sistema Target originario consentiva di dare esecuzione ai pagamenti interbancari nell'area dell'euro attraverso una rete Interlinking che metteva in comunicazioni le banche nazionali dei paesi, aderenti e non, all'area euro con la Banca centrale europea.
Andamento dei saldi del sistema Target2 tra gennaio 2007 e giugno 2012. Si noti l'accumulo di disavanzo dei paesi periferici (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia) e l'allargamento della forbice rispetto ai paesi del nord. Ciò significa che il settore finanziario dei rispettivi paesi in deficit va incontro a un incremento del leverage rispetto ai paesi dell'Europa core.
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Target (sistema di pagamenti europeo).

Target permette il trasferimento in tempo reale dei pagamenti interbancari in euro tra tutti i paesi dell’Unione europea, compresi quelli non partecipanti all’area-euro, secondo un processo comprendente tre passaggi:
1.Nel primo la banca ordinante invia un ordine di pagamento alla propria Banca centrale tramite il sistema locale RTGS, rappresentato in Italia dal Bi-rel, attivo dal giugno 1997;
2.Nella seconda fase la Banca centrale, accettata la validità del versamento, trasmette l’ordine alla Banca centrale ricevente tramite sistema Iterlinking (rete telematica che collega i sistemi di pagamento fra il sistema bancario nazionale e la Banca centrale europea);
3.Infine, la Banca centrale ricevente, tramite il sistema RTGS locale, accredita l’importo a favore della banca beneficiaria.

Target si avvale di una piattaforma unica condivisa SSP (Single Shared Platform) realizzata e gestita dalla Banca d'Italia, dalla Deutsche Bundesbank e dalla Banque de France a beneficio dei sistemi finanziari europei. Aderiscono al sistema Target 2, inoltre, le borse valori dei paesi dell'area dell'euro, insieme alla Danimarca, alla Lituania, alla Lettonia, che fanno parte dello SME-2, all'Estonia, appartenente alla zona euro, e alla Polonia, che ne è esclusa.

Quali critiche a questo ulteriore mostro europeo?
Il sistema Target 2, che serve a riequilibrare gli squilibri della bilancia dei pagamenti trai paesi aderenti, con l'adozione della moneta unica e la fissità dei cambi non consente più di ricorrere alle riserve di valuta estera per compensare il deficit di liquidità delle banche centrali e coprire il saldo con l'estero. Il sistema interviene così a compensare gli scambi internazionali attraverso l’attivazione di prestiti delle Banche centrali presso la BCE (che acquistano valuta estera). Le banche centrali che hanno bisogno di operare un riequilibrio del credito e devono ad esempio bilanciare un’eventuale riduzione dell’erogazione di credito privato, devono aprire un passivo verso la BCE che presta loro i capitali.

Le banche sono di norma costrette a riequilibrare i passivi e dovrebbero operare all’interno di una logica cooperativa con le altre banche europee transnazionali. Queste, tuttavia, possono non nutrire fiducia verso istituti di un paese in deficit, preferendo conferire i propri capitali presso la Banca centrale nazionale, la quale può decidere di incrementare il proprio saldo positivo (tesaurizzandolo anziché investirlo) presso il sistema Target 2. Ciò dovrebbe suggerire una sclerotizzazione, se non un inceppamento all'interno del sistema interbancario europeo.Target 2, infine, non prevede meccanismi di riequilibrio, o tetti agli squilibri nei saldi, nel caso di un eccessivo accreditamento delle banche di un paese verso la Banca centrale nazionale, in rapporto a quelle di altri paesi presso i quali si registra un eccesso di indebitamento delle banche nazionali nel conto della propria Banca centrale. Ciò comporta un saldo negativo verso l'Eurosistema della Banca centrale in deficit e un saldo positivo di quella in surplus.

Soprattutto con l'inizio della crisi del 2008 (e in particolare col piano di finanziamento a lungo termine operato dalla BCE a partire dal 2011, che ha provveduto a evitare perdite di capitale dei mercati dei paesi creditori) si è registrato un crescente squilibrio tra alcuni paesi strutturalmente in surplus (Germania, Austria, Olanda, Finlandia) verso l'Eurosistema, ed alcuni permanentemente in deficit (Spagna, Italia, Portogallo, Grecia e anche Francia), il che rende difficile finanziare il disavanzo delle parti correnti dei paesi indebitati.
L'impiego di misure di rigore di bilancio nei confronti dei paesi in deficit, nel corso dell'utimo anno e mezzo, ha di recente contribuito a ridurre o compensare gli squilibri nei saldi, consentendo un rientro dai passivi finanziari da parte del settore privato, abbattendo le importazioni e favorendo di conseguenza un riequilibrio nel sistema di pagamenti.

Scusatemi se è stato lungo da leggere ma ritenevo fosse importante. grazie a chi ha letto fin qui.

venerdì 13 dicembre 2013


La promessa di Draghi: arriva l'unione bancaria
DRAGHI E L'UNIONE BANCARIA.
Entro aprile, data dell'ultima assemblea plenaria dell'attuale legislatura del Parlamento Europeo saranno approvate tutte le componenti dell'Unione bancaria. Questa è la promessa del presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi: "E' necessaria, ma non sufficiente, a rompere il legame tra debiti sovrani e banche. Le condizioni di prestito ugualitarie si ristabiliscono solo se proseguono le riforme".
Dell'Unione Bancaria si era già parlato al summit europeo a Bruxelles più di un anno fa. Il progetto prevede una supervisione dei crediti nell'eurozona e migliori garanzie per i cittadini che conservano i loro risparmi in una banca dell'area. Una delle soluzioni possibili, secondo la Bce, per uscire dalla crisi ma che cerca di andare oltre gli interessi nazionali dei singoli paesi in ambito finanziario.
All'epoca del summit i paesi del nord dell'Europa, prima fra tutti la Germania, avevano sollevato le prime critiche: il rischio per i paesi "virtuosi" sarebbe quello di accollarsi di debiti dei paesi più inaffidabili. Per questo Angela Merkel voleva limitare la supervisione alle ‘banche sistemiche‘, le più importanti, escludendo gli istituti regionali, fondamentali in Germania. Senza risparmiare critiche a quella che dovrebbe essere la decantata 'supervisione'.
In effetti il progetto di Draghi è ambizioso: vorrebbe rendere operativa una supervisione delle banche centralizzata, affidata alla Bce anche se, inizialmente, solo per i Paesi della zona euro e non per tutta l’Unione. Il tutto da realizzare in modo progressivo e in collaborazione con le autorità nazionali. Un compito necessario teso a evitare il crollo delle banche avvenuto in Grecia.
Durante l'assemblea del parlamento di Strasburgo Draghi ha inoltre sottolineato che la deflazione nell'Eurozona non è più visibile: "l'inflazione è sotto il 2% da un lungo periodo di tempo. Il mandato della Bce è quello di mantenere la stabilità dei prezzi".
Stabilità è quindi l'obiettivo della Bce che avrebbe già abbassato i tassi d'interesse: "Abbiamo portato i tassi al loro livello storicamente più basso e così resteranno per un lungo periodo". In questo modo è stato possibile "alleviare la pressione sui finanziamenti delle aziende non finanziarie" e "aiutare le piccole e medie imprese".

Draghi però "dimentica" troppo facilmente e velocemente che esiste l'accordo tra le banche definito Basilea3 che ho già postato prima e che strozza il credito (credit crunch) di accesso delle piccole e medie imprese italiane...quindi solo parole, caro Presidente Draghi.


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